La rivoluzione del dress code: basta giacche e tacchi alti

Di tutti gli esiti della pandemia questo è forse il più inaspettato, ma non per questo meno significativo. Con la ripresa delle attività in presenza, il ritorno in ufficio e la ricomparsa di meeting e conferenze
13/10/2022

Di tutti gli esiti della pandemia questo è forse il più inaspettato, ma non per questo meno significativo. Con la ripresa delle attività in presenza, il ritorno in ufficio e la ricomparsa di meeting e conferenze, si è osservato un deciso allentamento del dress code: tailleur e completi formali lasciano progressivamente il posto ad abiti morbidi per le donne e a polo e pantaloni informali per gli uomini e le sneakers sostituiscono sempre più tacchi alti e scarpe formali. Un fenomeno che non è passato inosservato, al punto che sia il Financial Times che Forbes gli hanno dedicato interessanti articoli.

 

Come devo vestirmi?

 

Secondo il Financial Times è la domanda che più frequentemente si sono sentiti rivolgere negli ultimi tempi gli organizzatori di meeting e conferenze. Il ritorno alla vita pubblica sta creando una sorta di dissociazione nelle persone: da una parte, infatti, vi è una resistenza istintiva a utilizzare gli scomodi abiti formali, ma, dall’altra, entra in gioco quel meccanismo di adattamento che gli psicologi sociali conoscono bene e che consiste nell'osservare gli altri e nel comportarsi di conseguenza. Il Financial Times l’ha osservato durante una conferenza di alto livello: i partecipanti che il primo giorno si sono presentati in tailleur o giacca e cravatta, nei giorni successivi si sono “conformati” optando per semplici polo, sneakers o tacchi bassi. Il CEO di una grande azienda energetica si è persino presentato in jeans. Un atteggiamento che porta con sè un’importante chiave di lettura: potrebbe essere arrivato il momento in cui non serve più l’abito formale come rappresentazione estetica di competenza e credibilità. Secondo Adam Galinsky, uno psicologo sociale della Columbia University, stiamo assistendo a una sorta di esperimento sociale, che potrà mostrarci come il modo di vestirsi delle persone influenzi anche il modo di pensare.

 

Il termometro delle vendite

 

Anche se ovviamente ci sono persone che hanno vissuto il ritorno in ufficio come la tanto agognata occasione per indossare nuovamente il "meglio del proprio guardaroba", è indubbio che la pandemia abbia accelerato il passaggio dal business casual al business comfort e che abbia modificato le strategie dei produttori di abbigliamento. Un marchio storico come Brooks Brother, per esempio, ha visto la componente casual raggiungere il 45% del fatturato, rispetto al 25% del pre-Covid, puntando su polo e giacche colorate. Si sono impennate le vendite dei pantaloni con l’elastico o comunque senza cerniera, e le scarpe formali registrano ancora un -34% di vendite rispetto al 2019. Insomma, un cambiamento è in atto e sembra destinato a restare.

 

Scopri di più

 

Il cambiamento del dress code va di pari passo con un ripensamento rispetto agli spazi di lavoro. Scopri come: Tutti in ufficio, ma l'ufficio deve cambiare